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venerdì 4 giugno 2010

La nave Rachel Corrie smentisce di dirigersi ad Ashdod e intende puntare invece su Gaza. Testimonianze sui pestaggi e le esecuzioni contro gli attivis

Diversi quotidiani italiani hanno scritto che l'ultima nave della Freedom Flotilla, la Rachel Corrie SS, attualmente in navigazione nel Mediterraneo, dovrebbe di sua spontanea volontà attraccare al porto israeliano di Ashdod. "Niente di più falso. Sono in costante contatto con il capitano Dereck, e proprio ieri notte mi ha confermato la volontà di tirare dritto in direzione di Gaza per consegnare quegli aiuti necessari ad una popolazione ridotta allo stremo delle forze dopo 4 anni di assedio. Costi quel costi, equipaggio e passeggeri sono determinati ad andare avanti nella missione umanitaria a costo di morire per mano della marina militare israeliana, i nuovi pirati del Mediterraneo" riferisce da Gaza Vittorio Arrigoni. Secondo i testimoni oculari della Freedom Flottilla rientrati nei rispettivi paesi dopo il sequesto da parte delle forze armate israeliane, molti attivisti sono state ferocemente aggrediti sia durante lo sbarco ad Ahdod, sia dopo, nelle varie prigioni. Come i greci Vaggelis Pissias, professore universitario, e il documentarista Yannis Karipidis. Paul Larudee, musicista statunitense, è stato violentemente percosso per essersi rifiutato di fornire le generalità mentre Ken O' Keef, irlandese, secondo un testimone greco, era disteso nella sua cella coperto di sangue. Le guardie carcerarie gli hanno strappato tutti gli orecchini dal viso e lo hanno colpito più volte. A Furkan Dogan, 19 anni, con doppio passaporto turco e statunitense, hanno sparato 5 volte, 4 volte in faccia.

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