La Guardia di Finanza di Taranto, in data 23 luglio 2014, ha eseguito un provvedimento di sequestro preventivo d'urgenza di edifici di proprietà comunale ubicati nella Via Di Mezzo della città Vecchia di Taranto ritenuti pericolanti. Nove persone tra imprenditori e funzionari comunali sono indagate per il delitto di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni finanziarie destinate a ditte appaltatrici di lavori mai eseguiti.
L'ennesimo caso, quello di Via Di Mezzo, che ci induce a denunciare ancora una volta l'abbandono dell'isola da parte di politici criminali (che pur di ricavare profitto non si preoccupano di sacrificare vite umane) e del sistema di corruttela che comprende le solite ditte affidatarie di lavori pubblici complici del degrado e dello svuotamento della città vecchia.
Oltre la tentata strage, la beffa dell'ennesimo svuotamento di una parte dell'isola: dinamica, questa, che deve essere assolutamente evitata. Una diaspora, quella degli abitanti della città vecchia, che dura ormai da più di quarant'anni: i cittadini sono costretti ad emigrare verso quartieri dormitorio in seguito ai lavori fantasma e ai crolli (non ultimi quelli di vico Fanuzzi, di S. Martino e quelli passati sotto la denominazione di “piccoli cedimenti di intonaco” in Via Paisiello e in Via Duomo laddove, in tempi non sospetti, richieste di intervento furono sottoscritte dai Vigili del Fuoco che allertavano, così, il Comune ad intervenire) che portano alla luce il risultato del totale abbandono del quartiere da parte della classe politica corrotta rispetto alla quale la pubblica amministrazione è tenuta a prendere provvedimenti risolutivi e decisivi, assumendosi ogni responsabilità rispetto alla cosa pubblica.
In uno scenario drammatico, enfatizzato da tentativi di risanamento alquanto inutili, ribadiamo come la pratica dell’autorecupero popolare, attuabile dagli abitanti del centro storico e non solo, possa fungere da soluzione concreta per garantire un risparmio sull'iter dei lavori pubblici e per sottrarre alle solite ditte “amiche” l'assegnazione degli appalti.
La città vecchia necessita di osservatori popolari che conoscano e controllino la gestione dei fondi pubblici e l'attuazione delle misure di sicurezza degli spazi abitativi e di socialità del quartiere.
Nel brevissimo tempo, però, è assolutamente doveroso cercare il confronto con le famiglie che abitano le case di Via Di Mezzo oggetto di sgombero e ascoltare la loro volontà come quella, ad esempio, di non accettare soluzioni temporanee di fortuna come soggiornare in alberghi o in B&B. Queste volontà DEVONO essere eseguite, senza condizioni, da chi ha la possibilità di poter provvedere alla loro sistemazione temporanea. Nel frattempo, non bisogna perdere di vista l'obiettivo di messa in sicurezza di quegli stabili: quelle case devono essere restituite ai legittimi abitanti e continuare ad essere vissute.
BASTA CROLLI, BASTA DEPORTAZIONI, BASTA POLITICI CRIMINALI
Comitato di quartiere Città Vecchia - Casa Occupata Via Garibaldi 210
CHI VIVE NELLA LOTTA MUORE LIBERO
con tutto il fervore rivoluzionario
le compagne ed i compagni
hasta siempre Salvatore, Zio Antonio e Claudio
con tutto il fervore rivoluzionario
le compagne ed i compagni
hasta siempre Salvatore, Zio Antonio e Claudio
SENZA RAPPRESENTANZA NÉ ISTITUZIONE
NEL TUO RICORDO PER LA RIVOLUZIONE
mercoledì 23 luglio 2014
giovedì 17 luglio 2014
PRESIDIO CON IL POPOLO PALESTINESE A TARANTO
L'ASSEMBLEA DELL'AUTORGANIZZAZIONE TARANTINA comunica che in data venerdì 18 luglio 2014, a partire dalle ore 19:00 in piazza Maria Immacolata angolo via d'Aquino a Taranto, si terrà un presidio contro l'aggressione israeliana alla striscia di Gaza e in solidarietà con il popolo palestinese.
DINANZI A QUESTO ENNESIMO GENOCIDIO, CAMUFFATO COL NOME DI "GUERRA AL TERRORISMO", NON POSSIAMO RESTARE INDIFFERENTI. PARTECIPIAMO NUMEROSI.
PALESTINA LIBERA
OLTRE 230 MORTI IN 9 GIORNI E PIÙ DI 1.400 FERITI:
IL 70% SONO CIVILI. QUESTO È SOLO IL BILANCIO PARZIALE, DESTINATO AD AGGRAVARSI, DELL'AGGRESSIONE DI ISRAELE ALLA GENTE DI PALESTINA.
A
fine giugno, non identificati “estremisti
palestinesi”
hanno rapito
tre
giovani coloni israeliani. Nessuna rivendicazione, eppure il governo
israeliano è certo che il colpevole sia Hamas (che governa
legittimamente la striscia di Gaza) che, a pochi giorni
dall'accaduto, aveva appena firmato un accordo di riconciliazione
nazionale con l'Autorità Nazionale Palestinese di Abu Mazen.
Per
stanare i sequestratori e trovare i tre ragazzi, Israele lancia
l’operazione
“Brother's
Keeper”.
Quando
i tre giovani vengono trovati uccisi, alcuni israeliani sequestrano,
torturano e bruciano vivo Mohammed Abu Khadr, 16 anni (di
cui vedremo il volto sui nostri giornali solo molti giorni dopo,
senza sapere altro) e il governo israeliano scatena l’operazione
“Bordo
Protettivo”, una serie di bombardamenti indiscriminati su civili,
case, scuole, ospedali e orfanotrofi della striscia di Gaza, uno dei
luoghi più popolati del mondo.
Per
i media siamo evidentemente di fronte ad una guerra
che, se fosse realmente tale rivendicherebbe l'esistenza di un
esercito palestinese.
E’
così che la verità lascia il posto alla parzialità: i fatti
scompaiono per cedere il passo alla libera ricostruzione. A
Gaza non c'è alcuna guerra in corso. A Gaza è in corso una
aggressione da parte di un esercito occupante.
Un'occupazione
militare che dura dal lontano 1948 e che, in quell'anno, causò
l'esodo forzato di migliaia di palestinesi, evento ricordato dagli
stessi come “Nakba” (catastrofe). Un'occupazione militare che
attua una politica
di pulizia etnica verso tutta la Palestina storica. Oggi,
i profughi palestinesi sono oltre 4 milioni.
L’attuale
aggressione di Israele sulla striscia di Gaza non smentisce questa
politica genocida.
La
macchina della propaganda israeliana tenta ancora di narrare le sue
politiche come vittimistiche e di difesa costruendo pretesti per
nuove ondate di distruzione indiscriminata sulla popolazione
Palestinese.
La
strategia sionista di brandire politiche brutali come risposta ad hoc
a qualsiasi azione palestinese è vecchia come la stessa presenza
sionista in Palestina.
I
mezzi per raggiungere l'obiettivo della “Grande Israele” sono
cambiati negli anni, la formula però è rimasta la stessa: per
quanto possa cambiare la visione sionista di uno Stato ebraico, ciò
potrà realizzarsi solo ed esclusivamente senza la presenza di un
numero significativo di palestinesi. Uno “stato” quello
israeliano privo di qualsiasi caratteristica per potersi definire
tale, che basa la sua economia su quella bellica ma sopratutto sul
furto e lo sfruttamento delle risorse umane (manovalanza palestinese
per costruire colonie) e territoriali come l'acqua e l'agricoltura.
Uno “stato” militare, razzista e religioso che obbliga i
potenziali cittadini israeliani al giuramento del credo ebraico in
barba a molti ebrei nel mondo che non si riconoscono nello “stato”
di Israele.
La
solidarietà al popolo palestinese viene normalmente e
demagogicamente criminalizzata ed intesa come azione antisemita. A
quest'accusa noi rispondiamo, sulla base dei motivi storici che ci
hanno visti e ci vedono dalla parte degli oppressi, affermando che i
palestinesi sono SEMITI. Pensiamo che un popolo sotto occupazione
militare abbia il diritto di resistere con ogni mezzo necessario per
liberarsi e liberare la propria terra.
TERRA,
ACQUA E LIBERTA' PER IL POPOLO PALESTINESE.
Assemblea
autorganizzazione tarantina
giovedì 10 luglio 2014
GIOVEDì 17 LUGLIO
ALLA BIBLIOTECA POPOLARE
RED 'N' BLUE REBEL VIBES & RANDEZ VOUZ
LIVE DJ-SET
h 21
SABATO 19 LUGLIO
ALLA BIBLIOTECA POPOLARE
MOSTRA-VIDEO-BANCHETTI-MUSICA
CENA POPOLARE
il ricavato andrà a sostenere le/i compagn* privati della libertà
DOMENICA 20 LUGLIO
VILLETTA CARLO GIULIANI
Paolo VI
giornata di mobilitazione
PRANZO POPOLARE
MOSTRA FOTOGRAFICA
REBEL CITY SOUND SYSTEM dj-set
GIOVEDì 24 LUGLIO
ALLA BIBLIOTECA POPOLARE
BRUSCA DEEP SESSION
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