CHI VIVE NELLA LOTTA MUORE LIBERO
con tutto il fervore rivoluzionario
le compagne ed i compagni
hasta siempre Salvatore, Zio Antonio e Claudio

SENZA RAPPRESENTANZA NÉ ISTITUZIONE
NEL TUO RICORDO PER LA RIVOLUZIONE

venerdì 1 aprile 2016

El Salvador: speranze e conquiste di un popolo ostinato - SABATO 2 APRILE 2016 Biblioteca Popolare Taranto




Il Comitato di Quartiere Città Vecchia organizza, SABATO 2 APRILE 2016, presso la BIBLIOTECA POPOLARE in VIA GARIBALDI 210 nella Città Vecchia di Taranto, una serata di solidarietà con il popolo Salvadoreño denominata "El Salvador: speranze e conquiste di un popolo ostinato".

San Francisco Echeverria, ‪El Salvador‬: 1200 persone, poco più di 250 famiglie, un villaggio sostanzialmente agricolo, un centro scolare, una biblioteca, un nuovo centro di salute in costruzione, un centro internet nella‪ biblioteca‬, un campo di ‪calcio‬ attraversato da animali e bambini in bicicletta durante le partite. Si parlerà di tutto questo sabato 2 aprile presso gli spazi della biblioteca popolare in via Garibaldi a ‪‎Taranto‬ con Maria Teresa Messidoro, autrice del libro "Diez anos depuez", e con Marta e Norberto, attivisti milanesi e nella comunità autogestita di San Francisco Echeverria. 

INIZIO ORE 19:00

martedì 26 gennaio 2016

“Nessun compagno è solo”. Solidarietà con i compagni antifascisti greci arrestati.

 
In relazione agli eventi avvenuti prima e dopo la contromanifestazione antifascista del 26/01/14 in opposizione al Movimento Patriottico delle spie para-statali di Kavala.
 
Nella prime ore del mattino di domenica 26/01/14, poche ore prima il concentramento antifascista in Faliro Park, i fascisti di Kavala hanno ancora una volta svolto il fin troppo noto ruolo di spie. Solo che stavolta il loro compito era più avanzato e non si sono limitati a spiare. Dopo aver spaccato la facciata del negozio di un nostro compagno, che è molto conosciuto per la sua attività antifascista, essi hanno cercato di dar fuoco all'interno del locale, mettendo in pericolo in questo modo le vite degli occupanti del palazzo – il negozio è situato nelle vicinanze di Agios Nikolaos, dove il sabato notte, a causa delle macchine parcheggiate nelle vie pedonali, i mezzi antincendio avrebbero impiegato molto tempo ad arrivare. Dopo l'intervento di residenti della zona, come di persone dai locali notturni circostanti, il peggio è stato evitato Il nostro compagno, una volta informato dell'attacco al suo negozio, è andato a vedere cosa fosse successo. Pochi momenti dopo sono arrivati alcuni agenti di polizia in borghese, essendo stati avvisati da alcuni residenti. In questo momento il nostro compagno viene informato che prima della distruzione e l'incendio del suo negozio, c'era stato uno scontro tra un gruppo di antifascisti e un gruppo di membri del Movimento Patriottico; questi ultimi erano là a guardia dello spazio del Parco Municipale per il loro evento su Imia (isolotto conteso tra Grecia e Turchia, che dette luogo ad una crisi tra i due paesi tra il dicembre del 1995 e il gennaio del 1996 – i nazionalisti greci celebrano con manifestazioni il 26 gennaio, data in cui un prete e il sindaco di Kalymnos issarono sull'isolotto la bandiera greca) della mattina successiva. La guardia del Movimento Patriottico conferma ancora una volta in modo indiscutibile il loro ruolo para-statale. Fino ad ora noi sapevamo che i responsabili della sorveglianza degli spazi pubblici erano i poliziotti; ma come gli stessi patrioti para-statali, dove lo stato non arriva, i cittadini prendono il suo posto. Ciò che il Capo della Polizia di Kavala, Avraam Koskeridis, non ha reso chiaro, è se i suoi servi sono pagati per questo lavoro o se si comportano come volontari a causa della crisi economica. 
 
Storicamente, il ruolo delle squadre paramilitari della Seconda Guerra Mondiale (collaboratori dei nazisti) era lo stesso dei nazisti in Germania: gridare la loro propaganda anti-comunista e unificare il popolo in uno stato interclassista, totalmente controllato dal potere dei padroni (per esempio: nazione e coscienza nazionale), essi volevano terrorizzare e distruggere la classe lavoratrice, che aveva appena iniziato a prendere coscienza di se stessa e dei propri interessi autonomi. Per questo motivo i fascisti greci collaboravano con i fascisti tedeschi con entusiasmo, per sopprimere le rivolte e le lotte ( ma più che altro la coscienza) della classe lavoratrice. Oggi, in una situazione di crisi finanziaria, il ruolo dei fascisti è quello di sopprimere, in nome dell'unità nazionale, ogni forma di lotta e resistenza contro i nostri sfruttatori. La guerra contro il fascismo, oggi come allora, è la guerra della classe lavoratrice contro la dittatura del capitale, che pone i profitti al di sopra della vita umana. Oltre ad essere i servi dei padroni, questi puri patrioti che pongono la patria sopra ogni cosa, eccellono tra coloro che fanno affari con i locali, con le bande dei kalashnikov e affini. I soldi guadagnati nel mercato nero sono solo un lato della ricompensa che essi ricevono per i loro servizi. L'altro lato è il finanziamento da parte dei servizi segreti. I fascisti para-statali erano, e sono tuttora,, l'estensione della mano dello stato-mafia greco. Il nostro compagno, alla presenza di alcuni suoi compagni – che erano accorsi nella zona quando erano venuti a conoscenza della distruzione del negozio – è stato informato dai poliziotti che avrebbe dovuto presentarsi al locale dipartimento di polizia, dal momento che il tentato incendio è un reato perseguibile d'ufficio; inoltre, dal momento che è il proprietario del negozio, gli è stato detto che era richiesto che sbrigasse alcune formalità. Questo era necessario indipendentemente dal fatto che egli non volesse intraprendere azioni legali o che volesse servirsi dei canali della giustizia ufficiale. Dopo un'attesa di tre ore alla stazione di polizia, gli è stato detto che era in arresto perché alcuni membri del Movimento Patriottico lo avevano denunciato. Durante l'attesa di tre ore al dipartimento di polizia, sono sfilati tutti gli alti ufficiali, dal Direttore della Sicurezza Simoudis, il Capo del Dipartimento, A. Koskeridis. Ovviamente, i poliziotti, ad un altro piano, stavano mettendo a punto la montatura con i patrioti. L'accusa principale consisteva nel reato di “disturbo dell'ordine pubblico a volto coperto”. L'unica e sola prova per le accuse erano i testimoni membri del Movimento Patriottico. Questa è una tipica tattica dei fascisti in tutto il paese, non importa che siano Alba Dorata, Movimento Patriottico o qualche altro gruppo nazionalista. Prima agiscono come provocatori (per esempio distruggendo il negozio) e dopo, con l'assistenza dei poliziotti producono montature contro gli antifascisti. 
 
Un simile tattica era usata contro un antifascista dopo che aveva dichiarato pubblicamente di essere stato minacciato da membri del Movimento Patriottico di Kavala sul suo posto di lavoro. La collaborazione tra la polizia di Kavala e il Movimento Patriottico ha un obiettivo; sopprimere e attaccare ogni resistenza locale che sussiste nella comunità di Kavala – come il Collettivo Autonomo e lo squat Vironos 3 – e terrorizzare il resto. Ma i puri patrioti spie non si sono fermati qua. Circa 20 di questi che erano rimasti nel Parco Municipale hanno attaccato e pestato 2 studenti universitari, chiamandoli feccia anarchica, quando questi ultimi stavano tornando a casa dopo una notte passata fuori. 
 
Questo è il fascismo contemporaneo, per cui l'apparenza esteriore è un indicatore delle credenze politiche delle persone che camminano nella propria città il sabato notte, e un motivo per i patrioti fascisti per attaccarli. Naturalmente, la polizia di Kavala e una parte dei media locali non hanno menzionato essuno degli eventi sopra descritti e non hanno esitato a diffondere notizie false. Specificamente, essi hanno presentato il nostro compagno arrestato come se fosse stato arrestato durante lo scontro al Parco Municipale, mentre in realtà egli è andato al dipartimento di polizia senza che nei suoi confronti fino a quel momento vi fosse alcun ordine di arresto o detenzione. Non è sorprendente per noi che, nonostante vi fossero decine di persone arrestate prima della manifestazione antifascista (arresti che colpivano antifascisti), non vi erano arresti per l'attacco incendiario contro il negozio del nostro compagno antifascista; questo, nonostante il fatto che c'erano poliziotti in borghese vicino al negozio e decine di testimoni dai vicini locali notturni. Noi non siamo sorpresi neanche della propaganda del terrore, coltivata da specifici media locali in tandem con i poliziotti di Kavala, o dai deliranti discorsi fascisti di alcuni giornalisti e dei loro ospiti. Poche ore dopo la manifestazione antifascista, organizzato dal Collettivo Autonomo di Kavala, Squat Vironos 3 e singoli antifascisti, ha avuto luogo a Parco Faliro. Dai primissimi momenti della manifestazione, il parco era circondato da numerose squadre antisommossa (da 8 a 10) e molti poliziotti in borghese. Non appena gli antifascisti (dalle 150 alle 170 persone da Kavala e altre città) hanno bloccato la strada di fronte al parco i furgoni della polizia hanno bloccato a loro volta la strada allo scopo di impedire agli antifascisti di raggiungere il Parco Municipale, dove allo stesso tempo stava avendo luogo il raduno fascista. Non solo i neo-nazisti di Alba Dorata hanno preso parte al raduno fascista, ma anche altri gruppi neo-nazisti, come l'Esercito Nazionale Socialista di Macedonia e altri fascisti più o meno conosciuti del nord della Grecia. Nel corso del tempo gli antifascisti erano nella strada, cantavano slogan e distribuivano volantini. Dopo la fine della contro-manifestazione, le persone hanno formato cordoni tenendosi gli uni con gli altri e si sono mossi verso lo squat Vironos 3, con le squadre antisommossa che li seguivano e che poi sono passati intorno allo squat, insultandoli e facendo gesti agli antifascisti. Per noi l'antifascismo militante è una scelta per tutti coloro in fondo alla piramide sociale, che sono sul lato perdente dell'attacco scatenato da parte dello stato-partito dei padroni, insieme ai loro servi, i fascisti, volte a svalutare il lavoro, la nostra vita e la nostra dignità. I campi di concentramento, i licenziamenti, la disoccupazione, l'attacco al welfare, alla salute, all'istruzione e alla cultura; anche tutti questi sono aspetti del fascismo. 
 
Il fascismo è sostanzialmente un attacco contro quelli che lo Stato e i padroni credono molti in questa società e questo fascismo non indossa necessariamente una svastica. E in occasione del raduno fascista su Imia e i festeggiamenti o memoriali di odio da parte del Movimento Patriottico fascista di Kavala ... altri l' hanno detto che prima di noi, ma noi lo ripetiamo. Per noi, due opposti imperialismi sono in competizione nel mare Egeo, quelli degli stati greco e turco;ed è per questo che noi siamo contro tutti gli stati. Non esistono eserciti difensivi. La guerra tra gli stati è una guerra tra le classi dirigenti di sfruttamento; è il momento e il luogo in cui la forza lavoro- in eccesso per via della crisi economica- viene sterminata. Quello che dicono a proposito di ideali, della libertà, della democrazia, ecc, non sono altro che menzogne e truffe raccontate con l'intento di attirare la gente nel macello. Ma a parte i potenziali macelli, gli incidenti militari nel Mar Egeo sono una buona opportunità per le industrie degli armamenti per diventare più ricchi e di prendere tangenti sottobanco, facendo accordi, attraverso gli acquisti "armamento difensivo". Quindi, questo è il motivo per cui sono necessari i fascisti ossessionati dalla cultura militarista; per onorare i morti ogni anno al fine di rilanciare il militarismo e al nazionalismo, che sostengono questo stato di cose. 
 
Non vogliamo più morti per i loro loro giochi di sovranità statale. Noi non vogliamo più guerre. Non vogliamo che i confini insanguinino la mappa dei nostri dintorni. Al momento della pubblicazione di questo documento, abbiamo due compagni tenuti in custodia, dopo il rinvio a giudizio e le testimonianze dei patrioti fascisti con accuse simili (reato di 'disturbo dell'ordine pubblico, con i tratti del viso coperto', ecc). Il primo è stato tenuto in custodia dal prime ore del mattino di domenica ed il secondo dal lunedì pomeriggio, quando è andato volontariamente al comando di polizia locale, non appena ha scoperto che le stesse accuse erano state depositate anche contro di lui. In conclusione, abbiamo due cose da dire: Il seguitosi svolgerà per le strade .. con antifascismo militante autonomo... Nessuno compagno è da solo nelle mani dello Stato. Solidarietà con i nostri compagni arrestati!
Nei prossimi giorni pubblicheremo ulteriori informazioni sulla vicenda e sugli sviluppi giudiziari.
 
I compagni e le compagne:
COMITATO DI QUARTIERE CITTA’ VECCHIA
COMITATO DI QUARTIERE PAOLO VI
CASA OCCUPATA GARIBALDI

martedì 24 marzo 2015

SULL’ORMAI FAMOSO FALÒ DI SAN GIUSEPPE IN CITTÀ VECCHIA

Il falò di San Giuseppe è una tradizione che, fortunatamente, si sviluppa ancora, il 19 marzo, nei quartieri di Taranto ove le radici della nostra comunità sono ancora molto vive. È una festa di quartiere autorganizzata laddove piccoli e grandi conoscono tutti i passi per realizzarla. È un'iniziativa spontanea e non un evento che necessita di organizzatori. La maggioranza dei ragazzini della città vecchia ne prendono parte con molto entusiasmo: loro raccolgono la legna, loro la conservano, loro costruiscono la scultura che verrà poi data alle fiamme e, sempre loro, decidono quando il fuoco prenderà il sopravvento. Il tutto, circondato dallo scenario delle tavole di San Giuseppe allestite nell’omonima chiesa di quartiere, dalla processione dedicata al santo, da musica, dall’intera comunità che, per l’occasione, si riunisce al solo scopo di stare insieme e da una microeconomia fortunatamente sviluppata da queste molteplici attività.

La notizia divulgata da Obiettivo Borgo Antico Taranto, secondo la quale sarebbero stati arsi nel falò troni in legno, tavoli completamente intagliati, ante di armadi con cartine di Taranto del 1700 prelevati da uno dei cosiddetti “Palazzi della Contessa”, ci lascia molto perplessi. Da una parte poiché l’attendibilità della notizia non è mai stata dimostrata se non con una foto dalla quale non si evince il prelevamento “di un anta di armadio con cartine di Taranto del 1700“, dall’altra perché la bufera mediatica che si è scatenata da parte di politici e di pseudo giornalisti che diffondono una notizia senza fonti attendibili ci fa pensare come, ancora una volta, in questa città, sia d’obbligo appigliarsi ad ogni notizia utile a distogliere l’opinione pubblica dai reali problemi che la città vive.

Piuttosto che vaneggiare il falso, ci chiediamo come mai non si capisca che questi ragazzi, gli stessi che hanno costruito il falò, vivano di esempi: se le istituzioni lasciano nel totale abbandono la città vecchia, come possiamo pretenderne l'attenzione da chi vive lo stesso abbandono sulla propria pelle? Se le istituzioni non valorizzano e non conoscono il patrimonio culturale comune (decadente e svenduto a quattro soldi a chi ha progettato un riutilizzo della città vecchia che non include la popolazione che la abita), come possiamo trasmetterlo alla parte in causa?
NOI NON TRASMETTIAMO, LORO NON APPRENDONO E NON VALORIZZANO. E se loro non conoscono come avrebbero potuto individuare delle ante di armadio settecentesche e denunciarle come tali ad Obiettivo Borgo Antico Taranto, la stessa organizzazione che comunica che la fonte della notizia è stata proprio quella verbale rilasciata da alcuni ragazzini?

Ci pare assolutamente provocatorio pretendere che gli abitanti del quartiere siano i primi ad essere denunciati per incuria del nostro patrimonio quando la mancanza di servizi sociali e sanitari, la mancanza di spazi di aggregazione, l’interruzione di acqua pubblica per molte ore della giornata e non ultime le condizioni urbanistiche, architettoniche e culturali che fanno da cornice ad un premeditato degrado economico e sociale sono la reale dimostrazione dei vari colpi mortali sferrati all’isola da tutte le classi politiche ed amministrative che si sono susseguite fino ad oggi.

Se, dunque, da una parte vi è una memoria che fa fatica ad essere conservata a causa dell’assenza di politiche reali di rigenerazione urbana e culturale, dall’altra sussiste una speculazione che distrugge quello che, invece, dovrebbe essere valorizzato, e lo distrugge anche attraverso azioni di denuncia basate sul nulla e che alimentano indirettamente i processi speculativi in atto. IL DISINTERESSE QUOTIDIANO PER LA CITTA’ VECCHIA DA PARTE DI CHI MEDIATICAMENTE SPECULA SU NOTIZIE DI SECONDO ORDINE NON RENDE,  QUESTI ULTIMI,  MENO COMPLICI e/o COLPEVOLI DI CHI SI RIUSNISCE PER DECIDERNE LE SORTI NEI TAVOLI DI POTERE.

Un luogo vive se viene reso abitabile per chi già abita in case fatiscenti e senza occasioni di crescita culturale. Un luogo vive se gli stessi abitanti sono riconosciuti come ricchezza imprescindibile.
LA CITTÀ VECCHIA È DI CHI LA VIVE E L’ATTENZIONE SULLA SUA VALORIZZAZIONE DEVE ESSERE QUOTIDIANA.

Casa Occupata Via Garibaldi 210 - Comitato di quartiere città vecchia

mercoledì 12 novembre 2014

Assemblea per la Palestina - No al gemellaggio Massafra - Gerusalemme

Siamo venuti a conoscenza che il 30 Novembre 2014 la città di Massafra, in provincia di Taranto, inaugurerà il proprio gemellaggio con la città di Gerusalemme, città palestinese sotto occupazione militare Israeliana.

Il progetto del gemellaggio dal nome “Ponte di pace e di amicizia” è stato proposto al sindaco di Massafra nonché presidente della provincia Martino Carmelo Tamburrano da Barbara Wojciechowska, professore emerito dell’Università del Salento.
Tamburrano ha subito sposato la proposta delegando la professoressa Wojciechowska e l’assessore alla Cultura e all'Associazionismo Antonio Cerbino a seguire tutte le fasi dell’organizzazione del gemellaggio, la cui cerimonia inaugurale avrà luogo il 30 novembre a Massafra. 
Per l’occasione saranno presenti le autorità di Gerusalemme - il sindaco Nir Barkat, l’ambasciatore d’Israele a Roma Naor Gilon e il KKL (Keren Kayemeth LeIsrael Italia onlus). Aderiscono al progetto, oltre a molti altri comuni della provincia di Taranto e della Puglia, l’Università di Bari (Polo Jonico) e la Regione Puglia con l’assessore alla cultura e al turismo Silvia Godelli e l’assessore all’agricoltura Fabrizio Nardoni.

A leggere il comunicato si fa fatica a crederci. Un gemellaggio con il sindaco di Gerusalemme, come se durante il nazismo si fosse proposto di gemellarsi con una tra le più importanti città occupate dai tedeschi. Poiché è di questo che si dovrebbe parlare: Gerusalemme è una città occupata, militarizzata in special modo nella parte araba. Una città dove i cittadini di origine araba non hanno diritti se non quelli che gli israeliani sono disposti a elemosinare quando credono. A Gerusalemme è in piena espansione la politica di colonizzazione con migliaia di nuovi insediamenti israeliani duramente criticati anche dall' ONU.

Il sindaco di Gerusalemme, Nir Barkat, non può nemmeno dirsi una “colomba”. Strenuo difensore della politica criminale del governo centrale ha più volte invocato “il pugno duro” contro gli arabi, in particolare contro adolescenti e bambini con i quali, secondo lui, i giudici israeliani sarebbero troppo permissivi.

Continua, quindi, l'infelice politica di vicinanza della Regione Puglia con Israele, progetti spacciati per collaborazioni di pace ma che sono un sostegno reale e concreto a politiche criminali. Gerusalemme è una città palestinese occupata nel 1967, in cui gli israeliani hanno imposto un regime di segregazione razziale e controllo militare. 

Chiamare poi “un ponte di pace” un'iniziativa  tanto sgradevole è un insulto alle migliaia di vittime che lo stato genocida di Israele continua a mietere impunito.

Per questi ed altri innumerevoli motivi sentiamo la necessità di discutere e confrontarci con tutti e tutte. Proponiamo un primo momento di confronto per sabato 15 Novembre alle ore 17 presso il comitato di quartiere città vecchia al fine di confrontarci sulle possibili azioni da sviluppare.
Accogliamo, comunque, qualsiasi altra proposta di luogo e orario… noi per adesso mettiamo a disposizione i nostri spazi.

Comitato di Quartiere Città Vecchia – Arco Paisiello G18


giovedì 21 agosto 2014

3 giorni di anticapitalismo, antifascismo, antimilitarismo ed organizzazione sociale per discutere, analizzare, approfondire metodi e strategie di lotta in un territorio sempre più colonizzato dal profitto.
SUBURBANA FESTIVAL X EDIZIONE 22-24 AGOSTO 2014

Autorganizzazione – Proiezioni-Dibattiti – Concerti

paolo sesto-case bianche, città vecchia-via Garibaldi Taranto




PROGRAMMA:




Venerdì 22


Ore 18:00 Prima trasmissione radio web di
RADIO CASE BIANCHE




A seguire SPETTACOLO TATRALE

h 21,30
WILLIAM
LE 3 CORDE
CHITARRE E TAMMORRE


villetta Carlo Giuliani-Case Bianche-Paolo VI




Sabato 23

RAGGAE-ROOTS
h 21



JEKO SELECTA AKA
REBEL CITY SOUND SYSTEM
BIG LELE SCHERIFF
DANILO YRA
IP VI


villetta Carlo Giuliani-Case Bianche-Paolo VI




Domenica 24


HIP HOP RAP MILITANTE

h 21





ACERO MORETTI
C.U.B.A. CABBAL
HACC
TANEELO
SFK
LADY CAT FREE
BIG HOMER DJ


Biblioteca popolare Via Garibaldi 210
















PER TUTTA LA DURATA DELL'EVENTO BAR, CUCINA POPOLARE, MOSTRE, PROIEZIONI E BANCHETTI INFORMATIVI.





Info: suburbanafestival.blogspot.com












genoeg nie!


يكفي!


nahikoa!


Prou ya!


αρκετά!


достаточно!


go leor!


Mo' avast!



mercoledì 23 luglio 2014

I CRIMINALI NON RISIEDONO NELLA CITTA' VECCHIA MA NEI PALAZZI DEL POTERE.



La Guardia di Finanza di Taranto, in data 23 luglio 2014, ha eseguito un provvedimento di sequestro preventivo d'urgenza di edifici di proprietà comunale ubicati nella Via Di Mezzo della città Vecchia di Taranto ritenuti pericolanti. Nove persone tra imprenditori e funzionari comunali sono indagate per il delitto di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni finanziarie destinate a ditte appaltatrici di lavori mai eseguiti.

L'ennesimo caso, quello di Via Di Mezzo, che ci induce a denunciare ancora una volta l'abbandono dell'isola da parte di politici criminali (che pur di ricavare profitto non si preoccupano di sacrificare vite umane) e del sistema di corruttela che comprende le solite ditte affidatarie di lavori pubblici complici del degrado e dello svuotamento della città vecchia.

Oltre la tentata strage, la beffa dell'ennesimo svuotamento di una parte dell'isola: dinamica, questa, che deve essere assolutamente evitata. Una diaspora, quella degli abitanti della città vecchia, che dura ormai da più di quarant'anni: i cittadini sono costretti ad emigrare verso quartieri dormitorio in seguito ai lavori fantasma e ai crolli (non ultimi quelli di vico Fanuzzi, di S. Martino e quelli passati sotto la denominazione di “piccoli cedimenti di intonaco” in Via Paisiello e in Via Duomo laddove, in tempi non sospetti, richieste di intervento furono sottoscritte dai Vigili del Fuoco che allertavano, così, il Comune ad intervenire) che portano alla luce il risultato del totale abbandono del quartiere da parte della classe politica corrotta rispetto alla quale la pubblica amministrazione è tenuta a prendere provvedimenti risolutivi e decisivi, assumendosi ogni responsabilità rispetto alla cosa pubblica.

In uno scenario drammatico, enfatizzato da tentativi di risanamento alquanto inutili, ribadiamo come la pratica dell’autorecupero popolare, attuabile dagli abitanti del centro storico e non solo, possa fungere da soluzione concreta per garantire un risparmio sull'iter dei lavori pubblici e per sottrarre alle solite ditte “amiche” l'assegnazione degli appalti.
La città vecchia necessita di osservatori popolari che conoscano e controllino la gestione dei fondi pubblici e l'attuazione delle misure di sicurezza degli spazi abitativi e di socialità del quartiere.

Nel brevissimo tempo, però, è assolutamente doveroso cercare il confronto con le famiglie che abitano le case di Via Di Mezzo oggetto di sgombero e ascoltare la loro volontà come quella, ad esempio, di non accettare soluzioni temporanee di fortuna come soggiornare in alberghi o in B&B. Queste volontà DEVONO essere eseguite, senza condizioni, da chi ha la possibilità di poter provvedere alla loro sistemazione temporanea. Nel frattempo, non bisogna perdere di vista l'obiettivo di messa in sicurezza di quegli stabili: quelle case devono essere restituite ai legittimi abitanti e continuare ad essere vissute.

BASTA CROLLI, BASTA DEPORTAZIONI, BASTA POLITICI CRIMINALI

Comitato di quartiere Città Vecchia - Casa Occupata Via Garibaldi 210