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sabato 29 ottobre 2011

CS dall'osservatorio sulla rigenerazione urbana


Nell’ambito delle iniziative coordinate dall’Osservatorio sulla Rigenerazione Urbana, che si riunisce ogni martedì in Città Vecchia nei locali del Comitato di Quartiere e che, con il contributo di tecnici, abitanti dell’isola e semplici cittadini, si propone di monitorare le politiche urbanistiche e sociali del Comune di Taranto, la scorsa settimana si è svolto un presidio informativo nelle zone di Via Cava e di Largo San Martino. L’iniziativa, alla quale ha partecipato un cospicuo numero di abitanti delle vie limitrofe, soprattutto donne, ha dovuto registrare il loro vivo disappunto per non essere stati coinvolti nelle imminenti decisioni sul quartiere, che non è dato sapere se avranno l'intento di migliorare le condizioni socio-abitative di chi vi abita. Oltre alla totale assenza di informazione e di partecipazione alle scelte preoccupa in particolar modo la paventata intenzione di affidare agli appetiti dei privati interi lotti di edilizia residenziale pubblica della città vecchia (lo strumento dell’"hausing sociale"), mentre per le perduranti condizioni di degrado ambientale, di abbandono e di carenza di servizi essenziali che ancora attanagliano interi comparti dell’isola non sembra prevista dal Piano alcuna misura. Gli stessi cittadini hanno inoltre evidenziato forti perplessità sull’opportunità di portare a compimento la cosiddetta “variante Salinella”, ed avanzato il dubbio che dietro questa operazione edilizia possa celarsi un nuovo trasferimento degli abitanti della Città Vecchia, con la conseguente, definitiva disgregazione del suo tessuto sociale e culturale, vero e autentico patrimonio, non di una piccola comunità ma dell’intera città.
La questione del centro storico tarantino non è infatti solo un problema di chi vi abita. Come sottolineò Giulio Carlo Argan durante la tavola rotonda del 1969, organizzata in risposta alla sistematica politica di demolizioni portata avanti in quegli anni, “ricorrere a soluzioni di tipo speculativo invece che di tipo funzionale nella città antica, sarebbe compromettere in modo definitivo la possibilità che Taranto può ancora avere di riscattare gli errori urbanistici del passato e di diventare una città moderna”.
E’ piuttosto ora di raccogliere la previsione e l’appello lanciato, in quegli stessi giorni, da Giorgio Bassani: “... ci sarà senza dubbio chi, pur di avere il permesso di abbattere la cosiddetta edilizia minore dell’unico quartiere antico rimasto a Taranto, si offrirà di censire uno per uno palazzi e chiese di qualche pregio, e perfino di restaurarli di tasca sua. Ma occorrerà essere fermi. Non farsi ricattare. Dirgli di no. Perché la poesia non è il fiore sul vulcano. Brama il contesto, esige le strutture”.
Pertanto l’Osservatorio sulla Rigenerazione Urbana continuerà a svolgere la propria opera di inchiesta e informazione tra i cittadini dei vicoli, e rivolge sin d’ora un appello al Comune di Taranto affinché si pronunci chiaramente e in maniera pubblica sui progetti e gli obiettivi che investiranno la Città Vecchia (insieme all’intera città) nel futuro prossimo, prima che sia, come al solito, troppo tardi. Perché se si vuole “rigenerare l’isola” attraverso la frammentazione del suo tessuto umano allora per i tarantini Taranto Vecchia è perduta, perché essa diventerà una falsa città museo, o una specie di falso villaggio folclorico, come è successo sulla Costa Azzurra. Ed i segnali, in questo senso, purtroppo ci sono già.

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