CHI VIVE NELLA LOTTA MUORE LIBERO
con tutto il fervore rivoluzionario
le compagne ed i compagni
hasta siempre Salvatore, Zio Antonio e Claudio

SENZA RAPPRESENTANZA NÉ ISTITUZIONE
NEL TUO RICORDO PER LA RIVOLUZIONE

sabato 29 ottobre 2011

CS dall'osservatorio sulla rigenerazione urbana


Nell’ambito delle iniziative coordinate dall’Osservatorio sulla Rigenerazione Urbana, che si riunisce ogni martedì in Città Vecchia nei locali del Comitato di Quartiere e che, con il contributo di tecnici, abitanti dell’isola e semplici cittadini, si propone di monitorare le politiche urbanistiche e sociali del Comune di Taranto, la scorsa settimana si è svolto un presidio informativo nelle zone di Via Cava e di Largo San Martino. L’iniziativa, alla quale ha partecipato un cospicuo numero di abitanti delle vie limitrofe, soprattutto donne, ha dovuto registrare il loro vivo disappunto per non essere stati coinvolti nelle imminenti decisioni sul quartiere, che non è dato sapere se avranno l'intento di migliorare le condizioni socio-abitative di chi vi abita. Oltre alla totale assenza di informazione e di partecipazione alle scelte preoccupa in particolar modo la paventata intenzione di affidare agli appetiti dei privati interi lotti di edilizia residenziale pubblica della città vecchia (lo strumento dell’"hausing sociale"), mentre per le perduranti condizioni di degrado ambientale, di abbandono e di carenza di servizi essenziali che ancora attanagliano interi comparti dell’isola non sembra prevista dal Piano alcuna misura. Gli stessi cittadini hanno inoltre evidenziato forti perplessità sull’opportunità di portare a compimento la cosiddetta “variante Salinella”, ed avanzato il dubbio che dietro questa operazione edilizia possa celarsi un nuovo trasferimento degli abitanti della Città Vecchia, con la conseguente, definitiva disgregazione del suo tessuto sociale e culturale, vero e autentico patrimonio, non di una piccola comunità ma dell’intera città.
La questione del centro storico tarantino non è infatti solo un problema di chi vi abita. Come sottolineò Giulio Carlo Argan durante la tavola rotonda del 1969, organizzata in risposta alla sistematica politica di demolizioni portata avanti in quegli anni, “ricorrere a soluzioni di tipo speculativo invece che di tipo funzionale nella città antica, sarebbe compromettere in modo definitivo la possibilità che Taranto può ancora avere di riscattare gli errori urbanistici del passato e di diventare una città moderna”.
E’ piuttosto ora di raccogliere la previsione e l’appello lanciato, in quegli stessi giorni, da Giorgio Bassani: “... ci sarà senza dubbio chi, pur di avere il permesso di abbattere la cosiddetta edilizia minore dell’unico quartiere antico rimasto a Taranto, si offrirà di censire uno per uno palazzi e chiese di qualche pregio, e perfino di restaurarli di tasca sua. Ma occorrerà essere fermi. Non farsi ricattare. Dirgli di no. Perché la poesia non è il fiore sul vulcano. Brama il contesto, esige le strutture”.
Pertanto l’Osservatorio sulla Rigenerazione Urbana continuerà a svolgere la propria opera di inchiesta e informazione tra i cittadini dei vicoli, e rivolge sin d’ora un appello al Comune di Taranto affinché si pronunci chiaramente e in maniera pubblica sui progetti e gli obiettivi che investiranno la Città Vecchia (insieme all’intera città) nel futuro prossimo, prima che sia, come al solito, troppo tardi. Perché se si vuole “rigenerare l’isola” attraverso la frammentazione del suo tessuto umano allora per i tarantini Taranto Vecchia è perduta, perché essa diventerà una falsa città museo, o una specie di falso villaggio folclorico, come è successo sulla Costa Azzurra. Ed i segnali, in questo senso, purtroppo ci sono già.

giovedì 27 ottobre 2011

Un assist alla causa palestinese



LUNEDÌ 31 OTTOBRE

dalle 17  
PARTITA DI CACLIO CONTRO L'OCCUPAZIONE
(Circolo tennis)
ore 19,30  
ASSEMBLEA DIBATTITO CON ATTIVISTA PALESTINESE 
DEI CAMPI PROFUGHI DI AIDA VICINO BETHLEMME
(Comitato Città Vecchia)
ore 22  
CENA POPOLARE & RED WARRIORS SELECTA
(Comitato Città Vecchia)

venerdì 21 ottobre 2011

Con la faccia pulita

Ci sarà una “zona rossa”, delimitata da una serie di check point e di blocchi costituiti da una serie di new jersey, sistemati nei punti chiave […]
Il presidio interforze […] prevede l’impiego di oltre 1700 poliziotti, carabinieri, finanzieri e reparti della Forestale, più i vigili del fuoco […]
Gli elicotteri seguiranno dall’alto l’evolversi della situazione, attimo dopo attimo.
Gli operai […] hanno rinforzato ancora i sistemi di sicurezza con nuove recinzioni e cancelli protetti da barriere di filo spinato, modello israeliano, cioè dotato di piccole lame sottili e affilate.
Al fianco dei reparti interforze, gli alpini della Taurinense con i loro mezzi, una quindicina di Iveco Lince, considerati tra i migliori blindati del mondo, più un cingolato Bandvagn 206, costruito dalla svedese Hägglunds (trazione su quattro cingoli, può trasportare 17 uomini), complessivamente un centinaio di militari che hanno allestito la rete dei collegamenti radio e postazioni dotate anche di visori notturni. Molti dei dettagli del sistema di difesa […] sono ancora protetti dal segreto.
I manifestanti […] si ritroveranno di fronte una barriera di new jersey di cemento armato sormontati da robuste reti di acciaio. Non avranno altra scelta che rientrare al punto di partenza […]
Un ruolo importate, strategico in un contesto così complesso, è affidato ai detective della Digos…

A quale contesto si riferisce questo bollettino di guerra? Provate a indovinare.
Genova 2001?
Sbagliato, acqua, acqua.
La manifestazione della FIOM di domani?
Sbagliato, ma… fuocherello: con i tempi che corrono non ci sarebbe da meravigliarsi che Maroni e Marchionne intendano prima o poi intimidire anche con questo spiegamento di forze tutte quelle Blue Bloc (tradotto: Tute Blu) che osano sfidare i divieti di Alemanno difendendo la Costituzione in piazza del Popolo.
Allora? Non ci arrivate? Ve lo diciamo noi.
L’esercito schierato, i cingolati, il filo spinato, gli elicotteri e tutto l’ambaradan sarà lì, domenica prossima, in Val di Susa, sembra incredibile, a dimostrare che sono capaci di fare una grande opera “con il consenso della popolazione”.
La popolazione si guarda intorno incredula e si chiede: ma come, abbiamo detto che daremo un taglio, a mani nude, a volto scoperto e a testa alta e loro si preparano così? Ma sono matti? Avranno capito male? Boh… roba da non crederci. E aggiunge: ci sarebbe da incazzarsi e invece non ci pensiamo neanche. Qualcuno più smaliziato osserva che forse mettono in campo i carri armati per costringerci a tirare pietre… ma noi non siamo mica scemi, conosciamo i vecchi trucchi.
A noi interessa dimostrare che questo cantiere non s’ha da fare. Potranno forse schierare l’esercito tutti i giorni per vent’anni? Non siamo mica all’estero, non possono inviare una missione “di pace” o umanitaria che dir si voglia come in Libia, Afghanistan, ecc.ecc. Riusciranno a far fessi per tanto tempo i poveretti seduti al parlamento europeo a cui hanno dato a intendere che i sindaci e tutti quanti sono d’accordo? Mah…

Il bollettino di guerra riportato fedelmente sopra è tratto da un articolo apparso oggi su La Stampa a firma di Massimo Numa: nella rincorsa quotidiana a chi si fa interprete più fedele delle indicazioni che arrivano dall’alto è imbattibile, supera di gran lunga Paolo Griseri che l’altro ieri su Repubblica ha dato il meglio di sé, Paolo si rassegni. Numa è anche molto meglio del suo compagno di banco Zancan che l’altro ieri ha intervistato Perino, con tanto di telecamera a seguito, ha messo il video sul sito de La Stampa ma, puntando sul fatto che un video un po’ noioso stufa presto e nessuno lo guarda fino in fondo, ha messo anche nero su bianco su sito e quotidiano in edicola. Verso la fine dell'intervista Perino, rispondendo a una domanda un po’ maliziosa aveva ipotizzato che i poliziotti avrebbero tentato in ogni modo di non farci avvicinare alle reti. “E quindi?” Risposta di Perino: “E quindi le prenderemo come abbiamo sempre fatto” (andate a vedere il video, se non l’hanno ancora tolto lo trovate qui: http://multimedia.lastampa.it/multimedia/in-italia/lstp/88572/).
Voi avreste avuto dubbi sul significato della risposta? Sapete come ha trascritto la risposta lo scrivano Zancan: “Prenderemo il cantiere” (la trascrizione è stata tolta dal sito…. nel frattempo gli avvocati avevano fischiato il fallo…)

Questo è il clima di sereno confronto che si respira dalle nostre parti.
In questa armonia il PD torinese chiede che venga vietato manifestare, Maroni risponde no, così non vale, il campionato deve andare avanti, mettiamo un po' di cingolati e di filo spinato e vediamo come reagiscono. Le veline calate dall’alto che descrivono scenari di guerra, gli articoli di stampa che soffiano sul fuoco sperando nell’incendio e tutto il resto descrivono bene l’aria che tira in Valsusa.
Ma noi siamo sordi, ciechi e muti. Noi cercheremo semplicemente di dare un taglio alle reti, mica ce la prenderemo con chi le difende.
E lo faremo a mani nude, a volto scoperto e a testa alta, come abbiamo detto e scritto.
E ne usciremo con la faccia pulita.
Alla faccia loro, che il consenso se lo devono scordare.

20 Ottobre 2011

giovedì 13 ottobre 2011

Comunicato Stampa


Brindisi Bene Comune promuove per venerdì 14 ottobre a Brindisi in Piazza Vittoria  alle ore 18,00 un sit-in  per chiedere l’immediata revoca dei provvedimenti di custodia cautelare emessi nei confronti dei Bobo Aprile, sindacalista dei Cobas e dei 17 aderenti al Comitato dei Disoccupati di Brindisi.

Come movimenti ed associazioni che si battono nel territorio per il lavoro, l’ambiente e la salute non possiamo accettare che il disagio e l’ingiustizia sociale possano divenire problemi di ordine pubblico. Né tantomeno possiamo accettare che chi, come Bobo Aprile, svolge  come sindacalista un ruolo di rappresentanza dei bisogni di lavoratori e disoccupati, possa essere arrestato in definitiva per il ruolo stesso esercitato.

Questa vicenda affonda le sue radici nel profondo disagio sociale che una crisi devastante sta producendo. Un’intera generazione vede, nella spirale del debito da ripagare, bruciato ogni futuro, la precarietà è ormai il paradigma su cui si fondano i nuovi rapporti sociali, i disoccupati son buoni, per i benpensanti e moralisti da due soldi, solo se fanno zitti zitti la fila negli uffici di collocamento o presso le sedi dei partiti.

Noi a tutto ciò non ci stiamo.  Non ci stiamo ad operazioni repressive tese a far ad accettare la propria condizione di emarginazione  e precarietà ad interi settori sociali.

Venerdì continueremo a manifestare la nostra indignazione chiamando a raccolta tutte le associazioni e i movimenti pugliesi , le organizzazioni  sindacali  e i partiti per chiedere il ritiro dei provvedimenti emessi e l’avvio di un percorso inclusivo e fondato sulla giustizia sociale.










lunedì 10 ottobre 2011


DOPO LE COZZE DA MAR PICCOLO. SOTTO A CHI TOCCA.
Martedì 4 ottobre nel corso della prima uscita pubblica di informazione e partecipazione, in giro per i vicoli della Città Vecchia, davanti alle botteghe, all’uscita dell’asilo ci siamo confrontati con i residenti per conoscere le loro condizioni e per chiedere cosa ne sappiano del “Piano di Rigenerazione Urbana”.
La reazione di curiosità è venuta spontanea ed immediata. La gente del posto, non è informata su quello che sta accadendo e ciò crea disagio, ma anche e soprattutto desiderio di sapere, necessità di dire la propria opinione, di mostrare la loro situazione attraverso il racconto della loro storia di vita quotidiana. Tutti, soprattutto le mamme, hanno offerto la loro disponibilità a collaborare per farsi ascoltare.
Con loro ci siamo posti delle domande che vorremmo presto condividere con tutta la cittadinanza: Taranto vecchia agli abitanti o solo ai turisti?Il Comune ha varato il progetto di “Rigenerazione Urbana”. Ma cos’è? E a cosa serve? – Restituisce al quartiere tutti i servizi necessari? – Restituisce il pieno uso dell’acqua agli abitanti della Città Vecchia?- Salva gli stabili pericolanti? – Aiuta a ripopolare il Quartiere con chi è stato allontanato dalla paura dei crolli? – Dà la possibilità agli abitanti di creare piccole ospitalità per i turisti, come si fa in altre città? La lettura del progetto dà l’impressione che sia stato creato soprattutto per chi ha la capacità di fare grossi acquisti di immobili, con facilitazioni per soggetti capaci di gestire e di godere dei benefici di un turismo concentrato. Occorre che il Comune risponda: quali vantaggi avranno gli abitanti dell’Isola, finora soli nella lotta al degrado?
Strano destino quello di questi eterni separati in casa, il Comune di Taranto e gli abitanti della Città Vecchia, da un centinaio di anni hanno smesso di parlarsi pur condividendo la stessa isola. Nessuno sa esattamente cosa stia facendo l'altro. Ma la partecipazione della cittadinanza alla costruzione del nostro futuro non può più essere una farsa.
L'Osservatorio ha cominciato e continuerà a fare quello che il Comune fatica da sempre ad accettare: conoscere e collaborare con umiltà per rigenerare davvero la memoria viva e la cultura antica della gente di Taranto. Un valore inestimabile infinitamente più grande degli interessi di bassa speculazione edilizia.
La strada è lunga, ma ora più che mai non ci si può fermare. Martedì prossimo, dalle ore 20:00 si terrà un altro incontro pubblico aperto a tutti presso i locali del Comitato di quartiere, in via Paisiello.
Perché è ora di esserci, proporre. Agire.

Osservatorio sulla Rigenerazione Urbana.