CHI VIVE NELLA LOTTA MUORE LIBERO
con tutto il fervore rivoluzionario
le compagne ed i compagni
hasta siempre Salvatore, Zio Antonio e Claudio

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NEL TUO RICORDO PER LA RIVOLUZIONE

venerdì 27 agosto 2010

giovedì 26 agosto 2010

sit-in itinerante x ali'


Ali Orgen libero

No all’estradizione




Non si può capire l’arresto e la richiesta di estradizione di Ali Orgen se non parliamo del Kurdistan, un paese negato che invece ha un suo popolo, suoi confini, una sua lingua, una sua cultura. Un paese di 40 milioni di persone che ha subìto e subisce il genocidio perpetrato da quegli stati che, come la Turchia ne occupano le terre e ne vogliono distruggere la storia. Per il solo fatto di parlare il curdo, si rischia la prigione. Ogni formazione politica curda è bandita.

Ali Orgen ha scelto come tanti altri curdi di manifestare e lottare per la liberazione del proprio popolo, il riconoscimento dei suoi diritti e l’indipendenza dallo Stato turco. Per questo, nel novembre del ’96 è stato arrestato. Dopo tre anni di carcere duro, in cui viene ripetutamente torturato, è condannato a morte, benché non sia mai stato accusato di alcun fatto di sangue. La condanna viene poi tramutata in ergastolo e successivamente in sei anni di reclusione. È un processo farsa. Al momento della condanna, ad Ali manca da scontare un residuo di pena, ma gli viene abbuonato.


Dal 2003 Ali vive a Taranto. Da un paio d’anni aveva aperto un phone center, il primo della città, per permettere a tutti gli stranieri di chiamare a prezzi modici nei propri paesi.

Nel 2005, in sua assenza, il processo viene riaperto, e in base alla riforma del codice penale turco, viene condannato a scontare quel presunto residuo.


La mattina del 18 agosto Ali viene arrestato. Su di lui pende una richiesta di estradizione totalmente ingiustificata. Ali rischia di finire nelle carceri turche, di essere torturato e ucciso.

Questo è Ali Orgen. Non quello dipinto come un “terrorista” dai mass media imbeccati dalle note dell’Interpol e dell’Ucigos, silenziosi complici, insieme al governo italiano, del sistema repressivo turco.

Nel più totale silenzio Ali Orgen è stato trasferito dal carcere di Taranto. Ciò a conferma del tentativo palese di isolarlo dai suoi affetti familiari e da quella vastissima rete di solidarietà che immediatamente si è creata nei suoi confronti.

Negli anni novanta Ali è stato vittima di un processo ingiusto. Oggi è vittima di una ingiusta richiesta di estradizione che si basa sull'assurda applicazione di un nuova legge liberticida.


Per questi motivi il Comitato di solidarietà ad Ali Orgen indice un sit-in itinerante sabato 28 Agosto 2010 dalle ore 10,00, con concentramento presso il phone-center di Ali Orgen sito in via Mazzini 105. L'iniziativa si concluderà presso la prefettura di Taranto, dove alle ore 11 è prevista una conferenza stampa finalizzata a ripristinare la verità sul caso di Ali Orgen.





Comitato di solidarietà ad Ali Orgen- No all'Estradizione

blog: http://www.comitatodisolidarietadaliorgen.blogspot.com

gruppo facebook: No all'estradizione del compagno Ali Orgen!!!!

mail: aliorgenlibero@gmail.com




mercoledì 25 agosto 2010

SABATO 28 aperitivo musicale

SABATO 28 AGOSTO

IL COMITATO DI SOLIDARIETÀ AD ALI' ORGEN, SABATO 28 AGOSTO INDICE UN PRESIDIO CON CONFERENZA STAMPA DALLE ORE 10,00 NEI PRESSI DELLA CASA CIRCONDARIALE DI TARANTO PER INFORMARE LA CITTADINANZA DELL'INGIUSTIZIA CHE SI STA CONSUMANDO NEI CONFRONTI DI ALI'.



martedì 24 agosto 2010

Ali Orgen libero

No all’estradizione




Non si può capire l’arresto e la richiesta di estradizione di Ali Orgen se non parliamo del Kurdistan, un paese negato che invece ha un suo popolo, suoi confini, una sua lingua, una sua cultura. Un paese di 40 milioni di persone che ha subìto e subisce il genocidio perpetrato da quegli stati che, come la Turchia, ma anche l’Iran, l’Iraq e la Siria, ne occupano le terre e ne vogliono distruggere la storia.

Ali Orgen è di Bismil. Quotidianamente la Turchia, paese occupante, incarcera, tortura, ammazza, usa armi chimiche, reprime tutti i curdi che lottano per l’indipendenza e per la creazione di una società nuova. Per il solo fatto di parlare il curdo, si rischia la prigione. Ogni formazione politica curda è bandita. Del resto, Amnesty International, altre ong, giuristi democratici, parlamentari di tutto il mondo, hanno denunciato e denunciano ripetutamente questo sistema repressivo turco nei confronti dei curdi.

Ali Orgen ha scelto come tanti altri curdi di manifestare e lottare per la liberazione del proprio popolo, il riconoscimento dei suoi diritti e l’indipendenza dallo Stato turco. Per questo, nel novembre del ’96 è stato arrestato. Dopo tre anni di carcere duro, in cui viene ripetutamente torturato, è condannato a morte, benché non sia mai stato accusato di alcun fatto di sangue. La condanna viene poi tramutata in ergastolo e successivamente in sei anni di reclusione. È un processo farsa, che si svolge senza un avvocato difensore. Al momento della condanna, ad Ali manca da scontare un residuo di pena, ma gli viene abbuonato.

Dal 2003 Ali vive in Italia. Ha scelto di vivere a Taranto, città in cui ha sempre lavorato e in cui ha creato solide e molteplici relazioni sociali. Da un paio d’anni aveva aperto un phone center, il primo della città, per permettere a tutti gli stranieri di chiamare a prezzi modici nei propri paesi. Il centro, ribattezzato “Alicenter”, è diventato un punto di riferimento per tutti i migranti di Taranto e provincia.

Nel 2005, in sua assenza, il processo viene riaperto, e in base alla riforma del codice penale turco, viene condannato a scontare quel presunto residuo.

Quando quest’anno richiede un nuovo passaporto turco per rinnovare il permesso di soggiorno, per tutta risposta insieme al diniego arriva la richiesta di estradizione.

La mattina del 18 agosto Ali viene arrestato. Su di lui pende una richiesta di estradizione totalmente ingiustificata. Ali rischia di finire nelle carceri turche, in cui perdurano le torture, in cui i curdi sono detenuti in condizioni disumane e uccisi.


Questo è Ali Orgen. Non quello dipinto come un “terrorista” dai mass media imbeccati dalle note dell’Interpol e dell’Ucigos, silenziosi complici, insieme al governo italiano, del sistema repressivo turco. Per ulteriore chiarezza ribadiamo che Ali Orgen non è affatto coinvolto nell'inchiesta sul cosiddetto “terrorismo curdo” in Italia, che peraltro si è conclusa in un nulla di fatto, né su questo si basa la sua richiesta di estradizione.

Negli anni novanta Ali è stato vittima di un processo ingiusto. Oggi è vittima di una ingiusta richiesta di estradizione che si basa sull'assurda applicazione di un nuova legge liberticida.


Per questi motivi è nato il Comitato di solidarietà ad Ali Orgen. Questo comitato porrà in essere una serie di iniziative pubbliche per la sua scarcerazione e invita i singoli cittadini e tutte le organizzazioni che sostengono i diritti umani e i diritti dei popoli ad attivarsi per sostenere questa causa e per impedire l'estradizione.


Comitato di solidarietà ad Ali Orgen

info: comitatodisolidarietàadAliOrgen

domenica 22 agosto 2010

MERCOLEDÌ 25 AGOSTO VIDEOPROIEZIONE DE 'IL VENTO CHE ACCAREZZA L'ERBA'

RADIOLANDIA -GIOVEDÌ 26- ore 21

Radiolandia è la storia di un viaggio raccontato dalla voce di uno speaker in un programma radiofonico che si trasforma in uno spattacolo di burattini, che si trasforma ancora in disegni dal vivo che si trasformano a loro volta in molti viaggi...alla ricerca del caldo, o di una strada che si trova in tutte le parti..una strada del cuore, una calle con corazòn.

Un omaggio alle migrazioni di ogni tipo, utilizzando diverse forme espressive unite tra loro dal suono incalzante di una trasmissione radiofonica argentina.

Hector Ledo del gruppo PATAGONCHE (Argentina)

domenica 15 agosto 2010

PRESENTAZIONE DEL LIBRO FUOCHI NELLA NOTTE



Giovedì 19 Agosto il comitato di quartiere Città Vecchia ospita Elena Misoni Maurizio Piccione presidianti no-tav per presentere il libro FUOCHI NELLA NOTTE che, come ben sintetizzano gli autori in quarta di copertina,

"...racconta la storia di una lotta nel corso dell’ultimo anno. La lotta di persone comuni, contrapposte a organizzazioni capaci di fatturare miliardi di euro all’anno e di dominare territori vastissimi: una resistenza alla mafia. Organizzazione con la quale le istituzioni hanno spesso dimostrato di colludere nella loro comunanza di interessi se non addirittura di metodi. Le imprese scelte per le realizzazioni di grandi opere come l’alta velocità hanno infiltrazioni di stampo mafioso enormi.

Lo hanno giuristi, economisti, politici, missionari, avvisando il popolo no tav dei rischi che corre nel contrapporsi a queste potenti realtà.

Ma di che cosa può avere paura un’organizzazione così tanto potente? Quali possono essere gli strumenti per intaccarne la forza? La possibilità di capire come vanno le cose, il venire a conoscenza di determinati eventi, l’intravederne i meccanismi può essere uno strumento potente. E in quest’ottica nasce questa raccolta: testimonianze di lotta pacifica e determinata di donne e uomini che credono nella forza delle loro idee. Persone che praticano quotidianamente la democrazia diretta, fatta di piccole e grandi azioni come costruire e ricostruire un presidio, manifestare per le strade o bloccarle, opporsi alle trivelle, fare assemblee, informarsi e informare e altro ancora…

Questa è la cronaca calda e vibrante di mesi fatti di notti insonni, di incontri e di scontri per la difesa di un territorio e del proprio futuro.”



a seguire cena popolare e musica diffusa

lunedì 9 agosto 2010