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giovedì 17 aprile 2014

LA CITTA’ VECCHIA DI TARANTO DAL PICCONE RISANATORE ALLA RIGENERAZIONE URBANA: STORIE DI ORDINARIA SPECULAZIONE.






Sono passati più di ottant’anni da quando, con un colpo di piccone, il regime fascista inaugurò la politica di distruzione del centro storico di Taranto, mascherandola con le esigenze del “risanamento”. La demolizione del pittaggio Turripenne, insieme al quale caddero a centinaia, case, slarghi, postierle, vicoli e chiese, rappresentò piuttosto l’esigenza di svuotare l’isola del suo contenuto umano e sociale più formato e combattivo, dove più forti erano il radicamento territoriale e la coscienza popolare. Politiche che anche nell’era democratica purtroppo, non hanno mancato di sferrare i loro colpi mortali all’isola, con la diaspora degli abitanti della città vecchia costretti ad emigrare verso altri quartieri dormitorio in seguito ai crolli, tra tutti quelli di Vico Reale nel 1975, e l’abbandono coatto di pesca, tradizioni, socialità, memoria storica. A tutto vantaggio della monocultura militare e industriale, sotto il cui cappello si è sviluppata la peggior classe politico amministrativa d’Italia, capace di arricchire i soliti noti e di indebitare e ammalare questa città, e i suoi figli, per generazioni.
Questa operazione giunge poi sino ai giorni nostri con interventi di cosiddetto”restauro urbano” compiuti, dopo lo svuotamento della città vecchia, unicamente sull’edilizia. Un’operazione determinata da una precisa volontà politica, quella di rendere inagibile ed obsoleta una struttura urbana, e con essa chi ci risiede, negando per anni servizi sociali essenziali in un civile stato di diritto.
Dai Piani Urban alla cosiddetta Rigenerazione Urbana nulla infatti rimane dei roboanti proclami di recupero ambientale e socio culturale del centro storico, e nel mentre si continuano a sostenere scellerati progetti di ampliamento ad est (da Sircom al San Cataldo passando per Cimino - Auschan), la città vecchia continua a crollare pezzo dopo pezzo, i suoi vicoli ad essere murati, il suo enorme patrimonio storico artistico e culturale ad essere disperso o svenduto.
Dopo le compravendite, le speculazioni e le partite di giro cosa rimane per la gente dell’isola dei fondi, ingenti, della Rigenerazione Urbana?
Aldilà degli annunci puntualmente disattesi dai fatti, quale sarà, per esempio, la destinazione d’uso dei Palazzi Troilo e Carducci?
Quali gli interventi di riqualificazione dell’area di via Di Mezzo retrostante la chiesa di S. Giuseppe?
Numerose testimonianze, anche locali, dimostrano che pratiche come l'autocostruzione e l'autorecupero di edifici, piazze, contesti urbani abbandonati e degradati coinvolgendo la popolazione residente possono innescare meccanismi in grado di rivitalizzare non solo gli spazi fisici ma anche e soprattutto di elevare il livello della qualità della vita, rispondendo tra l'altro a bisogni fondamentali e facendolo in maniera sostenibile, con un utilizzo minore di risorse economiche.
La partecipazione degli abitanti dell’isola ai processi e alle scelte resta invece una chimera vagheggiata per ottenere un visto in più sui progetti per i prossimi fondi regionali e comunitari, e poco convincono, i documenti programmatici, tavoli, manifesti d'intenti, sponsorizzati da uomini di partito e diretti dagli “addetti ai lavori”.
Né servirà ad alcunché in città vecchia il monumento bronzeo celebrativo al carabiniere, voluto da Sindaco e Giunta Comunale per riportare il senso dello Stato e della legalità tra i vicoli, interpretando i sentimenti di non si capisce quale popolazione. Soldi pubblici sprecati, in questo particolare momento storico ed in un quadro talmente emergenziale, per un’opera che appare tanto incomprensibile quanto inutile.
E’ invece ora che la popolazione della città vecchia torni ad essere protagonista del proprio destino scippato da Istituzioni e ceto politico ed a riprendersi la propria dignità, cominciando dal pretendere voce in capitolo nelle scelte. per questo il Comitato di Quartiere di via Paisiello/P.zza Monteoliveto e la Casa Occupata di via Garibaldi promuovono una
ASSEMBLEA POPOLARE
MARTEDI' 29 APRILE 2014 ORE 17.30
VIA DI MEZZO, C/O POSTIERLA VIA NUOVA CITTA' VECCHIA
Dietro la chiesa di San Giuseppe

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