In questi gironi di in cui la repressione marocchina nei confronti del SAHARA OCCIDENTALE è comparsa nella cronaca internazionale, Taranto si trova ad ospitare il gruppo musicale Saharawi: “Estrellas Seguia El Hamra”. Il nome del gruppo già racchiude le rivendicazioni che i ragazzi fanno per il loro popolo, infatti “Seguia el Hambra” è la zona desertica denominata “Fiume Rosso” che da sempre deve essere inserita nei confini del futuro stato Saharawi. Tale progetto è inserito nelle attività dell’Associazione Salam, che nasce dalla volontà di giovani operanti nel campo della cooperazione internazionale di creare un mezzo con il quale lavorare direttamente con i popoli del Mediterraneo e con particolare attenzione al popolo Saharawi. L’Associazione segue in modo preferenziale progetti avviati presso i campi profughi Saharawi e le nostre attività si basano sull’idea che, nonostante i quasi 40 anni di esilio del popolo Saharawi nel deserto, si debbano continuare le tradizioni e le attività che un tempo venivano svolte in quello che oggi è il Sahara occupato dal Marocco. Dopo numerosi viaggi intrapresi dai soggetti parte dell’associazione e da colleghi connessi con altri progetti umanitari, si è sentita forte l’esigenza di creare progetti non assistenzialisti, ma che creino lavoro e possibilità di crescita sociale e il laboratorio musicale è uno di questi. Per Taranto è un’occasione speciale, in quanto potremmo sentire direttamente da persone Saharawi qual è la situazione che si vive oggi ai campi e come questi trent’anni di esilio abbiamo creato una divisione netta tra ciò che accade del Sahara Occupato e ciò che avviene nei campi profughi in Algeria. Il gruppo sarà ospitato dal Comitato di Quartiere città vecchia (Via Arco Paisiello G18) nelle giornate di Venerdì 12 Novembre e Sabato 13. Nella prima giornata ci sarà un dibattito aperto sulla tematica: “Saharawi: trent’anni di lotta e d’esilio” che inizierà a partire dalle 20:30 con, a seguire cena Saharawi. Sabato ci sarà invece lo spettacolo musicale dalle 21:00 in poi. Le musiche che andremo ad ascoltare fanno parte di un repertorio che ha come finalità quella di recuperare la musica tradizionale e le litanie Saharawi, ed è inserito in un progetto di cooperazione tra ragazzi italiani dell’Associazione Salam e ragazzi del campo del “27 de Febrero”. L’idea centrale del progetto è quella di creare un centro culturale, autogestito e autofinanziato dai ragazzi di ambo i sessi e con particolare attenzione alle persone con disabilità, in cui si possa condividere non solo il tempo (in un campo profughi vuol dire quasi l’intera giornata) ma costruire dei percorsi di autodeterminazione che mirino a portare il loro messaggio identitario fuori dai campi. Questo laboratorio mira a diventare un luogo in cui fare musica vuol dire recuperare l’identità Saharawi e allontanarsi dal contesto della globalizzazione e uniformità al modello europeo, che tanto dilaga presso i campi. Nel tour italiano si sta’ incidendo anche un disco che avrà la funzione di finanziare il laboratorio. Questa attività di raccolta fondi viene fatta nelle serate, in quanto i ragazzi sono voluti essere loro stessi protagonisti diretti della campagna di donazioni, convinti che non l’assistenzialismo sia il loro futuro, ma un percorso che li veda protagonisti in prima persona del cambiamento del loro popolo
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