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lunedì 11 ottobre 2010

SERATE CATALANE-APPROFONDIMENTO-


 STORIA DEI PAESI CATALANI
La storia dei paesi catalani è la storia della lingua e della coscienza di essere un popolo. Prima di tutto questo: il territorio catalano fu abitato dagli Iberi, tribù originarie della penisola iberica nel tratto di terra che andava da Andalucia fino al fiume Roine. Verso l'anno 200 A.C. e durante i 7 secoli successivi, il territorio catalano si trovò dentro le frontiere dell'impero romano, fatto che ne marcò la storia in due modi significativi. Il primo in relazione alla latifondizzazione delle terre, e l'altro con la latinizzazione degli abitanti del territorio. Il latino che si parlava in Catalunya fu l'elemento derivante della lingua catalana attuale. Vennero in seguito i Visigoti, antiche tribù barbare e l' invasione araba che influi' in buona parte del paese.
Durante il secolo VIII, dopo la creazione della Marca Hispanica, da parte del re Carlomagno, che comprendeva la parte nord e sud dei Pirenei, si cominciò a combattere la presenza mussulmana. Dentro questa Marca nascono, con la tutela del conte di Barcellona Guifre el Pilós, le contee catalane che alla fine del secolo X si rendono indipendenti dal regno francese dando luogo alla nascita della nazione catalana costituita dalla Catalunya vecchia che era la parte del principato al nord del fiume Llobregat.
Il titolo di conte di Barcellona si può tradurre come il capo dello stato o un re nell'epoca medievale. Il simbolo dinastico fu rappresentato dalle 4 barre rosse sopra fondo giallo oro dando origine al simbolo catalano per eccellenza. Durante questa epoca , gli abitanti di questo territorio parlavano catalano come evoluzione dell'antico latino. Questi due fenomeni segnano l'inizio dell'esistenza come popolo, la coscienza di avere lingua, cultura e strutture politiche proprie. Les homilies d'Organyà sono il documento letterario più antico scritto in catalano( sec. XII).
Nell'anno 1137, in seguito alle nozze tra Ramon Berenguer IV conte di Barcellona e la regina Peronella d'Aragona si crea la corona Aragonese, uno stato confederale formato dal Regno d' Aragona ed il Principato di Catalunya. Durante questi anni, Catalunya guadagno' terreno verso gli arabi arrivando fino al fiume Ebro.
Durante il regno di Jaume I (1213/1276) nascono i Paesi Catalani, dopo le conquiste delle isole e dell'antico Regno di Valenzia. In questo momento, dentro la corona d'Aragona ed il Regno d'Aragona, i tre territori catalani godono di un certo potere fiscale, con leggi e corti proprie, dando una forte caratterizzazione ad ogni territorio. La lingua catalana si trova a vivere il suo secolo d'oro(secolo XV). Internazionalmente gli abitanti della Corona Aragonese erano conosciuti come catalani, grazie anche alla politica commerciale e sopratutto alla città di Barcellona.
Con l'unione della corona Aragonese ed il Regno di Castiglia, inizia un periodo difficile e buio per la nazione catalana che porto' alla perdita nel 1659 delle comarche del nord di Catalunya integrate con la forza alla Francia. L'accordo fu firmato tra le monarchie spagnole e francesi( Trattato dei Pirenei) creando una dinamica che ancora oggi perdura .
Durante gli anni 1705/1714 in seguito alle guerre di successione per il trono della monarchia Hispanica e quindi l'arrivo al potere dei Borboni, si segna la sorte del popolo catalano. I Borboni, costituenti delle leggi e dei privilegi castigliani, per cui chiarissimi nemici dei Paesi Catalani, occupano militarmente e politicamente il Regno di Valenzia dopo la battaglia d'Almansa il 25 aprile del 1707. Ultima città a cadere, Barcellona l'11 settembre 1714, marca definitivamente la perdita della vigenza delle leggi catalane e l'imposizione della legalità spagnola, sradicando qualsiasi simbolo di catalanità e proibendo e perseguendo la lingua catalana. Questa sconfitta segna l'inizio della resistenza catalana contro l'occupazione spagnola al sud dei Pirenei e francese al nord degli stessi.

I PAESI CATALANI.
Che sono i paesi catalani?

I paesi catalani sono una nazione mediterranea situata nella parte orientale della penisola iberica, tra i Pirenei al nord e il fiume Segura al sud.
Comprendono anche le Isole Baleari situate tra la penisola iberica e le isole di Corsica e Sardegna. Hanno una superficie complessiva di 70.250 chilometri quadrati ed una popolazione di 13 milioni d' abitanti.
Si considerano Paesi Catalani tutti quei territori nei quali la lingua catalana ne e' l'autoctona o anche quei territori che formano parte dell'unita' geo-storica dove il catalano e' la lingua ufficiale. Attualmente si trovano politicamente divisi in tre stati, due dei quali formano parte della Unione Europea (stato spagnolo e francese) e una è l' Andorra.
Nello stato spagnolo troviamo il Paese Valenziano, situato al sud, con Valenzia capitale. Altre città importanti sono Alicante, Elx, Castello' de la plana, Alcoi. Nei due terzi del Paese Valenziano si parla catalano, nominato popolarmente come valenziano.
Le isole Baleari si trovano anche sotto il dominio spagnolo. Mallorca e' l'isola più grande dell'arcipelago con capitale la città di Palma. A est di Maiorca si stabilisce l'isola di Minorca con Mao' e Ciutadella come città di riferimento. Questa isola fu dichiarata riserva della biosfera. Nella parte meridionale troviamo le isole di Pitiüses, Ibiza e Formentera. Nell'arcipelago si parla in catalano adottando ognuna idiomi diversi.
La maggior parte del Principato di Catalunya è situato dentro le attuali frontiere dello stato spagnolo. Barcellona e' la capitale, altre città importanti sono Girona, Tarragona, Tortosa, Manresa, Lleida e Vic. Il catalano è la lingua ufficiale nella stessa forma che nel Paese Valenziano o nelle isole Baleari. La parte più settentrionale del principato e' la Catalunya Nord, dipartimento dello stato francese, con Perpignan come città più importante. Andorra, da molti secoli stato indipendente, ha come lingua ufficiale il catalano, mentre nella città d'Alghero in Sardegna, un 30 % usa il catalano come lingua propria.
Il termine Paesi Catalani è il più moderno per definire la collettività culturale catalana. Non dispone di nessun riconoscimento politico dato che gli si nega il diritto a essere considerato soggetto politico indipendente nella decisione di organizzare il proprio futuro. Ne lo stato spagnolo, ne lo stato francese e neanche l'Unione Europea gli riconoscono questo diritto. Nello stato spagnolo, i tre territori godono cadauno di un regime d'autonomia soggetto alla costituzione spagnola, fatto che ne limita il suo sviluppo provocando frizioni politiche. La lingua catalana e' idioma ufficiale in questi territori, dividendo questo onore con la lingua castigliana, malgrado la giustizia spagnola dia preferenza alla lingua castigliana. Nello stato francese non si gode di nessun riconoscimento culturale e politico, mentre l'Unione Europea non ne riconosce l'ufficialità nonostante ci siano più di 7 milioni di persone a parlarlo, a differenza dell'olandese, il danese o il lituano.
La lotta per il riconoscimento dei Paesi Catalani, tanto a livello politico quanto a livello sociale e culturale, non e' una pura lotta nazionalista, ma e' una lotta con radici antimperialiste, per i diritti umani e dei lavoratori, contro il patriarcato, contro la globalizzazione neoliberale, per la libertà delle persone e dei popoli. Ciò che interessa, non è la creazione di un nuovo stato europeo, ma superare questo modello di controllo rappresentato dagli stati attuali, lavorando per trasformare socialmente l'organizzazione dell'amministrazione del territorio.

EPOCA MODERNA DEI PAESI CATALANI
Dopo le sconfitte militari del 1077 e 1714 e la conseguente perdita delle libertà politiche, i Paesi Catalani vivono un'epoca buia. Solo alla meta' del secolo XIX il paese torna a ricoprire la coscienza nazionale in un periodo della storia in cui il nazionalismo catalano si modernizza ed esprime i suoi ideali. Il processo e' vissuto con forza sopratutto a livello politico, architettonico e culturale grazie anche alle nuove figure politiche che attraverso i loro "postulati" difesero la nazione. Valentí Almirsll e Enric Prat de la Riba furono alcune di queste figure. Questi anni sono marcati sopratutto per la repressione dello stato spagnolo contro qualsiasi pronunciazione catalanista.
Sono tempi intensi anche per la presa di coscienza di classe da parte degli operai, la conflittualità' sociale si manifesta sopratutto nelle città di Barcellona e Valenzia.
La settimana tragica ne rappresento' il punto massimo, dal 25 luglio al 2 agosto del 1909, a Barcellona ed in altre città nascono rivolte popolari e scioperi generali per protestare alla obbligatorietà d'arruolamento nell'esercito spagnolo di molti operai. I fatti finiscono con una forte repressione contro il movimento operaio catalano e con la fucilazione del "libero pensatore" Francesc Ferrer i Guardia. Un personaggio chiave della lotta operaia fu Salvador Seguí, sindacalista libertario e uno dei primi a credere che le lotte per i diritti dei lavoratori ed i diritti nazionali erano lotte inalienabili.
A livello culturale, nascono poeti e scrittori con la volontà di far rinascere il catalano come lingua letteraria. Importanti sono Àngel Guimerà e Jacint Verdaguer, mentre in chiave architettonica e con riconoscimento internazionale Antoni Gaudi.
Al principio della decade degli anni 30, lo stato spagnolo si converte in repubblica aprendo una tappa di libertà e speranza per gli operai catalani. Francesc Macià, politico catalano, che anni addietro promosse la redazione di una costituzione dello stato catalano, organizzando una fallita insurrezione militare durante la decade degli anni 20 e, proclamato presidente della Generalitat di Catalunya governo autonomo del Principato. Dopo la sua morte, Lluís Companys fu il nuovo presidente. La precaria situazione nello stato spagnolo provoco' la guerra civile dal 1936 al 1939, l'alzamento del generale fascista spagnolo Franco si salda con successo convertendolo in capo dello stato fino al 1975, instaurando una dittatura fascista che persegui' tutta la resistenza sociale e nazionale. Luís Companys fu fucilato il 15 ottobre 1940, esecuzione che il potere spagnolo sfruttò per simboleggiare la morte del sentimento catalano..La giustizia ha sempre negato di rivisitare questo caso senza mai chiedere di conseguenza perdono al popolo catalano.
L'anno 1975 con la morte di Franco, nello stato spagnolo inizia un periodo denominato Transizione, un inganno orchestrato dai poteri di sempre per truccare la realtà politica dello stato. Alla fine degli anni 70 e al principio degli anni 80, si approvano gli statuti d' autonomia, limitati e super dettati dalle leggi spagnole per i 3 territori dei Paesi Catalani. A partire dell'anno 2005 iniziano i processi di riforma di questi statuti..Buona parte della società civile catalana si organizza in entità,culturali,sportive e politiche per far avanzare il processo di costruzione nazionale. Uno dei fenomeni più evidenti e' l'organizzazione di consulte popolari in molti paesi del Principato, dove si domanda agli abitanti se vogliano l'indipendenza o no. In tutte queste consulte fino adesso organizzate, il si riceve un supporto assoluto.
La sinistra indipendentista dei Paesi Catalani
E' il nome che riceve alla fine degli anni 60 il movimento politico che rivendica l'indipendenza, una società senza classi sociali e la liberazione dell'identità dei Paesi Catalani, rifiutandone l'ordinamento giuridico e politico dello stato spagnolo e francese.
La strategia della EI si e' evoluta durante gli ultimi 30 anni. Gli anni 70,80 e l'inizio degli anni 90 furono marcati dall'attività dell'organizzazione armata Terra Lliure e dal movimento politico nel suo intorno, una parte del quale iniziò la strategia dell'Unita' Popolare. Con la fine di questa organizzazione, indipendentisti di diverse generazioni confluirono in questa strategia dandole una progressiva e consistente accumulazione di forze tra i settori popolari più combattente per l'articolazione di un movimento di masse,con campagne di lotta per la costruzione nazionale come per esempio "300 anys d'ocupació 300 anys de resistència"(300 anni d'occupazione 300 anni di resistenza).
Le lotte in difesa del territorio sono state prioritarie negli ultimi mesi. La pratica della disobbedienza (attraverso campagne di distruzione dei simboli spagnoli, come le foto del re) portarono moltissimi militanti indipendentisti a essere perseguiti dalla "Audienza Nazionale" spagnola. Con l'esplosione della crisi capitalista, in più, le lotte trovano partecipazione attiva in tutto il paese nelle battaglie anticapitaliste.
La sinistra indipendentista rivendica la giornata nazionale del 9 ottobre come Giornata del Paese Valenziano, l' 11 settembre come giornata del Principato di Catalunya, il 7 novembre Giornata della Catalunya Nord e il 31 dicembre come Giornata di Maiorca. Sono anche giornate rivendicative l'8 marzo giorno della Donna lavoratrice, il 25 aprile in commemorazione della sconfitta d'Almansa, l'1 maggio come festa dei lavoratori, il 28 giugno come giorno della Liberazione Affettivo-sessuale ed il 25 di novembre come Giornata contro la Violenza di Genere.










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