CHI VIVE NELLA LOTTA MUORE LIBERO
con tutto il fervore rivoluzionario
le compagne ed i compagni
hasta siempre Salvatore, Zio Antonio e Claudio

SENZA RAPPRESENTANZA NÉ ISTITUZIONE
NEL TUO RICORDO PER LA RIVOLUZIONE

lunedì 26 agosto 2013

Gli occupanti della casa di via Garibaldi 210




LA CASA E' DI CHI L'ABITA


PERCHE' OCCUPIAMO?

Perché siamo disoccupati, studenti e lavoratori precari che fanno fatica a sottostare alle regole economiche imposte da affitti e mutui sempre più inaccessibili. Per questo abbiamo deciso di riappropriarci di un diritto fondamentale come quello della casa, negato a sempre più persone, a fronte di un vuoto abitativo di circa 16.000 alloggi sfitti fra pubblici e privati.


PERCHE' QUESTO EDIFICIO?

Perché è l'ennesima dimostrazione di denaro pubblico sprecato, ovvero i fondi europei del progetto URBAN II, che prevedeva la nascita di un ostello, realizzato e abbandonato da molti anni. Per evitare che anche questo palazzo diventi fatiscente e pericolante, come la maggior parte degli edifici dell'isola, vogliamo recuperarlo abitandolo e, attraverso i suoi spazi, renderlo utile con progetti di aggregazione sociale volti a tutta la comunità. E' necessario ricordare che ancora oggi la città vecchia è sprovvista di servizi fondamentali quali l'acqua corrente o un centro sanitario.


PERCHE' IN CITTA' VECCHIA?

Perché come tarantini sentiamo il dovere di riappropriarci delle nostre radici storiche, economiche e sociali, vivendo ogni giorno e non saltuariamente i suoi vicoli ed il suo mare. Pensiamo che la soluzione dell'auto recupero, che veda gli abitanti stessi protagonisti, sia necessaria ed utile affinché l'isola non venga trasformata in una macchina di profitti per pochi, oltre che per contrastare la svendita di immobili che il comune sta attuando a favore di privati speculatori che vorrebbero sovvertire le reali radici della città e la sua vocazione storica.





QUI STIAMO E QUI RESTIAMO – LA CITTA' VECCHIA E' DI CHI LA VIVE



Invitiamo tutti e tutte a partecipare attivamente e ad essere solidali






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