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le compagne ed i compagni
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giovedì 26 aprile 2012

venerdì 4 maggio



VENERDÌ 4 MAGGIO 2012

AL COMITATO DI QUARTIERE CITTÀ VECCHIA

presentazione del libro

PARTIGIANI E ANTIFASCISTI di Terra d'Otranto -Lecce,Brindisi e Taranto-
di Pati Luceri


dalle ore 19,30 incontro con l'autore
a seguire cena popolare e musica diffusa


a seguire l'introduzione dell'autore:

Ancora un sogno che vedo realizzato, frutto di una ricerca meravigliosa, desiderata e conquistata, passo dopo passo, nome aggiunto a nome, ognuno dei quali andrebbe scolpito in caratteri d’oro, perché ognuno ci rimanda al ricordo di sacrifici inenarrabili, da parte di uomini e donne della nostra Terra, - l’antica e sempre cara Terra d’Otranto, - fra scioperi e lotte, ammonizioni e diffide, carcere e tortura, confino e clandestinità, lotta partigiana in montagna o guerrigliera nelle città, fra i GAP e le SAP, senza che, MAI, la DIGNITAdi UOMINI e DONNE LIBERE fosse stata scalfita, nemmeno nei Lager.
 Ho voluto focalizzare la mia ricerca non solo al territorio della provincia di Lecce, ma anche a quello di Brindisi e Taranto, per mandare un segnale alle nuove generazioni che gli antifascisti ed i partigiani c’erano anche da noi e che la nostra Terra non è stata soltanto la Terra degli Starace,  ma anche quella degli Stampacchia, dei Pandiani, dei Mellone, dei Sozzo, dei Gigante, dei Refolo, degli Arditi del popolo di Taranto vecchia, degli eroici lavoratori della Repubblica popolare neretina nonché, infine, di quelle formidabili decine di INTERNAZIONALISTI SALENTINI che hanno saputo abbandonare gli affetti più cari, senza alcuna costrizione o promessa di sussidio, per andare ad ingrossare le BRIGATE garibaldine, repubblicane e anarchiche, accorse da tutto il mondo, a difesa della Repubblica Spagnola contro le insidie di Francisco FRANCO e degli alleati nazifascisti di Hitler e Mussolini
Fino a ieri, TUTTI, in provincia di Lecce, quando si è parlato dei nostri fratelli e sorelle partigiane, hanno parlato di SETTECENTO Combattenti della Guerra di liberazione (partigiani, patrioti, staffette partigiane, cooperatori e benemeriti), e in molti hanno pensato che la cifra fosse gonfiata, anche perché MAI c’è stata una ricerca approfondita sull’argomento e gli stessi nomi presenti in un libello dell’ANPI, ormai datato e che risale al 1984, riportava solo un elenco di appena 300 nominativi.
È vero, la cifra è sbagliata, ma per difetto! Non era MAI stata svolta, finora, UNA RICERCA SCIENTIFICA e SISTEMATICA, su un tassello della nostra STORIA, tanto importante per me e molto meno, alla prova dei fatti, per l’Università di Lecce e le varie Amministrazioni che si sono succedute nel governo della provincia, che MAI hanno voluto avviare o sponsorizzare una RICERCA in tale direzione.
Ho voluto provarci, animato solo da uno sentimento di profondo RISPETTO e GRATITUDINE verso COLORO che, per garantire la loro libertà e DONARMI la mia, hanno pagato, in tanti modi, spesso con il sacrificio della propria vita. E, senza alcun contributo di NESSUNO o sponsorizzazioni di Partito che, invece, considero responsabili di tanto oblìo, ho iniziato la mia ricerca due anni fa, spronato soltanto da tanti compagni e compagne, con cui da molti anni, ormai, portiamo avanti battaglie in difesa degli oppressi e contro la mafia del potere economico e politico.
Ho trovato 1200 PARTIGIANI della provincia di Lecce, 300 della provincia di Brindisi e 300 della provincia di Taranto!
Nella ricerca, ad ogni nuova scoperta, una nuova emozione di gioia, perché ad ogni nome corrisponde una storia, fatta di corpi, spesso violati, di idee, di affetti, di sogni, di desideri e volontà di riscatto.
Di ognuno dei 1200 PARTIGIANI ho fornito il paese d’origine, la data di nascita, i nomi dei genitori, le brigate di appartenenza, il periodo di militanza partigiana ed il luogo - o luoghi - della Lotta contro il nazifascismo. Solo per pochi, mancano dati approfonditi, ma sono tasselli che non ho voluto trascurare e che ho voluto, in ogni caso, inserire sì che i prossimi ricercatori potranno e sapranno, senz’altro, approfondire e fare meglio di me.
Scorrendo l’elenco troveremo 160 partigiani caduti, 68 feriti, 834 partigiani (combattenti) e 130 patrioti. Ma per arrivare a 1200 mancano 8 dati che mi piace riportare in questa prefazione. Sono i nominativi delle donne che hanno combattuto come partigiane e collaborato come staffette nella Resistenza. Non è più sola, quindi, la staffetta partigiana Maria Teresa Sparascio, di Caprarica del Capo, nel libro d’oro della Resistenza leccese, come invece tutti abbiamo creduto fino a ieri.
Accanto al suo, ora, vanno in bella mostra, anche i nomi di Alfarano Sieve Luigina (Casarano), Caggiula Aida (Parabita), Mileo Adele e Amelia, sorelle, (Lecce), Mosco Giulia (Lecce), Scrimieri Carmela (Novoli) e  Spano Maria Teresa (Melissano). A queste, poi, vanno aggiunti i nomi di altre partigiane, non originarie ma residenti a Lecce, Maggiore Antonia Maria, Fazzini Antonietta, compagna del partigiano Enzo Sozzo e Fiore Annunziata, la più piccola partigiana d’Italia, appena tredicenne, combattente della Div. Gramsci, in Albania, originaria di Avellino.
E non è da meno la provincia di BRINDISI con le sue 9 partigiane e staffette. I loro nomi sono: Cigarini Giulia (Brindisi), Coluccia Antonia (Fasano), De Carolis Vittoria (Fasano), Esposito Rosetta (San Pancrazio Salentino), Guadalupi Elena (Brindisi), Inglese Paloscia Adriana (Brindisi), Maggi Filomena (Fasano), Tamburini Addolorata (San Vito dei Normanni), Todeschini Carla (Fasano).
Anche la provincia di TARANTO annovera, nel libro d’oro della Resistenza, i nomi di Tronci Elena (San Giorgio Jonico), Pandiani Laura (Taranto), Martucci Antonia (Castellaneta) e Fava Carmela di Taranto. Partigiana, quest’ultima, caduta combattendo, il 16 giugno 1944, a Grondola di Pontremoli (MS). 
Studiando i vari nomi ed estrapolandone le professioni ed i mestieri esercitati, si evince che la stragrande maggioranza dei partigiani erano di origine contadina e che, più di 50, sono stati i carabinieri che, dopo l’8 settembre, sono passati nelle file partigiane, spesso con funzioni di comando e che, altrettanto spesso, hanno pagato la propria scelta di campo, con il sacrificio della vita, come Martino Manzo di Taviano, caduto a Fertilia.
Nel libro, come già dal titolo di copertina, sono riportati anche i nominativi di tanti antifascisti. Tutti? No certamente, così come non sono soltanto quelli da me riportati in elenco, i partigiani salentini. Mancano tanti ancora all’appello finale. La mia ricerca, come qualsiasi ricerca storica, non può dirsi conclusa. Non la considero esaustiva per le regioni delle Marche, dell’Abruzzo, del Molise, dell’Umbria, del Veneto e del Trentino, così come della Francia. Ma posso ben considerarla quasi completa, per ciò che riguarda le restanti regioni. 
Comparando i dati si evince che, spesso, i partigiani sono figli, fratelli o parenti degli antifascisti confinati, incarcerati, repressi, così come lo sono di tanti che sono stati deportati e che sono deceduti nei lager nazisti.
Ho voluto riportare anche i loro nominativi, perché non si sono MAI piegati al nazifascismo e più di 150 sono gli originari della provincia di Lecce che non hanno più fatto ritorno dai lager. E c’è una Legge italiana che prevede il rientro nei luoghi d’origine dei resti già tumulati nei vari cimiteri militari italiani della Germania, dell’Austria, della Polonia. Si attivino gli amministratori sensibili! Perché finora non l’hanno fatto? Non lo sapevano? Male, IGNORANTI! Ed i nostri Onorevoli, parimenti ignoravano e ignorano? Malissimo! COMPLICI e CONNIVENTI di tanto oblìo! VERGOGNA! Eppure ogni 4 Novembre, sulle loro labbra, la retorica patriottarda è di moda così come organizzare i treni della memoria ad Auschwitz, - senza fermarsi, però, lungo il percorso nei vari CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione per i Migranti) – e continuano a parlare dell’Olocausto degli Ebrei, che è doveroso ricordare ma, così come lo è altrettanto, la difesa e la solidarietà nei confronti dei popoli curdo e palestinese, carcerati, oppressi e ghettizzati sulla propria Terra, con la complicità dell’Occidente capitalista.
Sono più di 50 i PARTIGIANI ancora VIVENTI! Quanto si potrà ancora IMPARARE da loro! Ai più giovani il suggerimento di non perder tempo e di intervistarli prima possibile. E’ anche questo l’obbiettivo della mia ricerca. Fornire imput, spronare i giovani alla verità, allo studio, all’impegno politico, alla gioia di vivere liberi senza alienazioni. La vita è vostra, non sciupatela e i Diritti, che ancora rimangono, non sono stati concessi o regalati dal potere. Sono costati sacrifici, lotte, battaglie, guerre. Chiedete sempre il conto e puntate il dito chiedendo il perché? Siete voi che pagate. Ricordiamoci del grande Bertold BRECHT e ricordiamoci anche del titolo di una commedia del grandissimo, ma inviso a tutti i Partiti e alla Chiesa, Premio Nobel per la Letteratura, Dario FO: “L’operaio conosce 300 parole, il padrone 1.000, perciò è il padrone”. Studiamo, allora, e liberi e ribelli come i nostri PARTIGIANI, determinati e forti come i nostri ANTIFASCISTI al confino, LOTTIAMO per un FUTURO migliore poiché quello che abbiamo di fronte non è poi tanto roseo (disoccupazione, licenziamenti, aumento del costo della vita, aumento dell’età pensionabile, sanità allo sfascio, restringimento dei Diritti sociali acquisiti) e INNALZIAMO LA BANDIERA PARTIGIANA dell’ANTIFASCISMO, ricacciando nelle fogne gli squadristi in doppio petto e quelli di Casa Pound e Forza Nuova.
VIVA I PARTIGIANI! VIVA LA RESISTENZA!

                                                                      Ippazio Antonio Luceri
                                                                                    (Pati)

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