CHI VIVE NELLA LOTTA MUORE LIBERO
con tutto il fervore rivoluzionario
le compagne ed i compagni
hasta siempre Salvatore, Zio Antonio e Claudio

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martedì 5 luglio 2011

La risposta NoTav: "nessun Black Bloc, resistenza popolare"

Tutti gli interventi della conferenza stampa del movimento notav tenutasi il 4 luglio a Chiomonte.
Il movimento notav non accetta semplificazioni né riduzionismi e nella sua splendida etereogeneità compatta (ci si permetta l'ossimoro) entra a gamba tesa sull'ennesima -interessata- invenzione mass-mediatica che rispolvera vecchi fantasmi: i famigerati "black bloc".
All'indomani di una giornata vissuta da tutt* come epica, la necessità di intervenire e dire fuori dai denti la propria verità contro le tante piccole menzogne che a forza di ripetersi pretendono di descrivere forme, espressioni e modi di un movimento che dura da 20 anni.
In un gazebo allestito sulle sponde della Dora, a pochi metri dall'area transennata, e che da oggi sara' il punto di riferimento del movimento, apre gli interventi Maurizio Piccione (Spinta dal Bass/Takuma): ''Non c'erano i black bloc ma solo persone in grandissima parte valsusini, che si erano equipaggiati con caschetti e maschere antigas dopo quello che era successo lunedi', ma erano tutti a mani pulite [...] dopo che le forze dell'ordine ci hanno aggredito a colpi di lacrimogeni, pietre e getti di idranti, ci siamo difesi come abbiamo potuto. Non ci e' rimasto altro da fare che continuare a difenderci". Gli fa eco, subito dopo, Lele Rizzo (comitato di lotta popolare): "Il nostro modo di agire e' quello della resistenza popolare e l'unica accusa a cui risponderemo sempre e' quella di aver fatto resistenza di fronte a una sistuazione che non ci siamo creati. Si e' inventato lo spauracchio dei black bloc perche' non ci si arrende all'idea di un'intera valle che vuole resistere. Bisogna dire grazie alla responsabilita' dei valsusini aver fatto resistenza che e' per noi un vanto".
Tutti gli altri interventi hanno insistito su questi punti, fino alla testimonianza di un viticoltore valsusino che ha descritto la sua ormai quotidiana esperienza (a noi verrebbe da dire: da check-point israeliano) per arrivare a lavorare nelle vigne dentro il territorio militarizzato. Solidarietà a tutti gli arrestati e feriti e creazione di un libro bianco sulle vuiolenze della polizia per il prosimo numero di Sarà Dura.
Prossimi appuntamenti: un campeggio di lotta a fine luglio e uno internazionale a fine agosto.
A sarà dura!!!
i video della conferenza

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